Padiglione tedesco costruito per l’Esposizione Universale di Barcellona nel 1929,
(smantellato nel 1930 e ricostruito da un gruppo di architetti spagnoli tra il 1983 e il 1986)
caposaldo nell’opera di Mies van der Rohe poichè introduce una serie di temi che
caratterizzeranno i progetti della sua maturità.
1°TEMA: ‘’LESS IS MORE’’
Il padiglione tedesco è il primo edificio a concretizzare il motto che rese famoso
Mies van der Rohe.
L’estetica dell’edificio risiede nel fare ricorso a pochi semplici elementi:
il basamento, le 8 colonne cruciformi, le pareti rivestite in marmo e onice,
la lastra di copertura, le superfici specchianti.
2°TEMA: DIO è NEI DETTAGLI
L’apparente semplicità nasconde in realtà una grande complessità costruttiva.
Tale complessità è comprensibile con l’analisi del particolare costruttivo
della colonna cruciforme.
La colonna è costituita da quattro profilati a “L” assemblati a croce e
rivestiti da una carena in acciaio inox.
3°TEMA: IL MATERIALE COME UNICO ORNAMENTO
Al pari di Adolf Loos, l’unico ornamento concesso da Mies è
quello delle venature delle pietre di rivestimento: travertino per il basamento,
onice per le pareti interne e marmo verde per le pareti esterne.
4°TEMA: CLASSICISMO
Dopo la parentesi avanguardista Mies rispolvera gli elementi della composizione classicista
●il Basamento atto a monumentalizzare l’edificio
●le colonne come unico sostegno della lastra di copertura
●la copertura rappresenta un rettangolo aureo
●la statua è di ispirazione classica
●nel tempio greco la regolarità della struttura comporta un unico percorso e una gerarchia
degli spazi precisa a differenza di quello che farà Mies con la pianta libera
MATRICI GEOMETRICHE
MODULO:ELEMENTO BASE DEL PROGETTO
L’intera struttura si basa su precisi rapporti matematici (figure 1 e 2) e sulle
dimensioni del corpo umano (figura 3).
CONFRONTO TRA SISTEMA PORTANTE E SISTEMA NON PORATANTE
Alla maglia di pilastri, regolare e geometrica (figura 5) corrisponde una funzione ordinatrice, i setti invece hanno ruolo spaziale creando ambiti diversi senza mai chiuderli. Le coperture infine costituiscono il trait d’union della struttura (figura 4,6 e 7)
PERCORSI
Liberare i setti murari dalla funzione portante permette la libera disposizione e suddivisione dello spazio moltiplicando i possibili percorsi lungo la pianta (figura 10). La pianta libera infatti consente una ‘’dis-gerarchizzazione’’ degli ambienti, oltre ad un gioco illusionistico in prospetto: l’occhio percepisce un continuum inesistente in quanto la facciata è composta da setti posizionati a diverse profondità (figura 9).
CONTRASTO TRA LA GEOMETRIA DELL’EDIFICIO E L’ANDAMENTO NATURALE DEL TERRENO Il padiglione sorge su un terreno scosceso e disomogeneo facendo così risaltare la perfetta e armonica geometria del costruito. Questo conflitto viene controllato grazie all’ innalzamento dell’edificio su un basamento (podio) (figura 11).
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